Un film molto conosciuto e parecchio trasmesso dalle nostre principali reti, sul quale mi permetto di aprire questa discussione, è Rollercoaster (1977).
Ocean view park: un giovane esperto di elettronica (Timothy Bottoms) provoca il deragliamento di una montagna russa sulle cui rotaie aveva posizionato un congegno esplosivo.
La scena del disastro è particolarmente forte; ancor più drammatica nella sequenza originariamente girata dal regista e poi censurata perchè controproducente a livello promozionale per i parchi di divertimento. Ma necessario preludio significativo della vulnerabilità pubblica e della esigenza di fermare l'attentatatore.
Lo scopo di tale aggressione è presto svelata: un'estorsione in piena regola ai danni delle più grandi compagnie di luna park.
Comincia così un gioco tra il gatto e il topo. Harry Colder (interpretato da un bravissimo George Segal) commette il fatale errore di sottolineare la furbizia e le capacità del dinamitardo, guadagnandosi così la sua attenzione e divenendo subito e suo malgrado, un punto di riferimento per le trattative.
Come tutta la cinematografia degli anni '70, anche questo prodotto non è esente da contaminazioni della cultura epocale. Probabilmente ispirato da un classico come il terribile Cassandra Crossing (1975-6), il regista Goldstone rappresenta con soggetti comunque originali, le paure e le insicurezze di un periodo attraversato dall'Austherity e dalla crisi petrolifera, le principali bestie nere della società americana.
Questo si riflette sulla denuncia, più o meno velata, della meccanizzazione della vita. Dalla Macchina nera a Panico nello stadio, l'individuo e la sua società si contrappongono in modo aggressivo. Ognuno di noi viene concepito, in questi films, come possibile target di una persona instabile o reazionaria. La collettività e le sue istituzioni vacillano per mano di un singolo uomo che con mezzi talvolta molto differenti tra loro (una carabina, un treno, una giostra) mette a repentaglio l'ordine pubblico e l'esistenza inconsapevole del prossimo.
Segal è straordinario nella sua parte. Un uomo rassegnato, con un divorzio alle spalle e una figlia (una giovanissima Helen Hunt agli esordi) che potrebbe essere l'obiettivo perfetto per i rischi raccontati in questa storia ma che viene relegata, fortunatamente per lei, alla sfera dei problemi familiari del protagonista.
Altrettanto sorprendente è l'interpretazione di Bottoms (molto noto per la sua somiglianza al Presidente americano W. Bush al quale fa il verso in un telefilm, ma anche per L'ultimo spettacolo, E Johnny prese il fucile, Elephant).
Egli porta avanti il ruolo del giovane attentatore privo di un nome, di una identità specifica, assente e atono in mezzo alla confusionaria scenografia dei luna park nei quali ordisce le sue trame. Brillante è la sua capacità di rendere l'idea del distacco e del totale cinismo rispetto a ciò che le sue azioni provocano.
Il tutto è racchiuso in un microcosmo di giovani febbricitanti per il divertimento, di famiglie medio-borghesi dall'aspetto quasi domenicale e ignare di chi stia loro vicino e del fatto che la loro salvezza dipenda da qualche centinaio di migliaia di dollari.
Lalo Schifrin, noto compositore, dà il tocco finale con la sua colonna sonora e i suoi refrain molto simili a quelli de Lo Squalo
Per alcuni forse non un capolavoro, ma sicuramente un lavoro che rimane impresso nella memoria
Il trailer
Nella MIA memoria è impresso di sicuro: mi piacciono tanto le montagne russe... però soffro di vertigini!
RispondiEliminaLady, io ricordo che avevo una specie di attrazione - odio nei confronti del protagonista e del suo cinismo. Ma era proprio la sua totale indifferenza verso il prossimo a restare impressa nella memoria ...
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