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33 uscite
1 CECCHINO!
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Un blog che si chiama "Preso di striscio" avrebbe mai potuto eludere la recensione di un film come questo? Forse sì, visto che qualcuno dei malcapitati protagonisti viene preso proprio in pieno anzichè di sghimbescio! Però se evitate di cercare il pelo nell'uovo ...
Two Minute Warning - un avvertimento di due minuti - è stato girato da Larry Peerce nel 1976 ed è un film che consiglierei caldamente a:
Trasmesso di frequente in televisione (Rete4) e preferibilmente durante la pausa estiva del campionato calcistico, "Panico nello stadio" - film semicatastrofico della golden era con un onorevole cast - appartiene a quel genere di cinema dove "le brutte cose capitano alla gente perbene".
Per la verità, qualche farabutto nel parterre di tifosi al Los Angeles Coliseum c'è di sicuro: lo scommettitore in mano agli usurai che si sta giocando vita e mutande dopo aver puntato tutto quel che ha sulla squadra dei Los Angeles è uno di questi. Ma ci sono anche due abili borseggiatori che sfilano portafogli con una semplice palpatina al culo di gente intenta a guardare la partita di football.
E che partita! Si stanno sfidando a colpi di touch down i Baltimora e i Los Angeles ed è un evento immancabile, tipo un derby Lazio - Roma, persino per il Presidente degli Stati Uniti che sta per raggiungere lo stadio con tanto di scorta.
Two Minute Warning - un avvertimento di due minuti - è stato girato da Larry Peerce nel 1976 ed è un film che consiglierei caldamente a:
a) tutte quelle donne trascurate dai mariti fanatici del calcio che ogni domenica a causa di quel maledetto abbonamento lasciano l'articolo femminile a casa per trasfigurarsi in creature ululanti e irriconoscibili a bordo campo; b) tutte quelle donne che diventano maschi e rasentano la finezza degli alpini quando l'arbitro fischia un fuorigioco; c) tutti gli arbitri cornuti e venduti; d) Simona Ventura e Alessandro Caputi.
"Prima di attaccare dobbiamo far allontanare tutte le personalità.
Le personalità?
Sono i bersagli più probabili.
Balle Capirano, ognuno di noi è un probabile bersaglio!"
Le personalità?
Sono i bersagli più probabili.
Balle Capirano, ognuno di noi è un probabile bersaglio!"
Trasmesso di frequente in televisione (Rete4) e preferibilmente durante la pausa estiva del campionato calcistico, "Panico nello stadio" - film semicatastrofico della golden era con un onorevole cast - appartiene a quel genere di cinema dove "le brutte cose capitano alla gente perbene".
Per la verità, qualche farabutto nel parterre di tifosi al Los Angeles Coliseum c'è di sicuro: lo scommettitore in mano agli usurai che si sta giocando vita e mutande dopo aver puntato tutto quel che ha sulla squadra dei Los Angeles è uno di questi. Ma ci sono anche due abili borseggiatori che sfilano portafogli con una semplice palpatina al culo di gente intenta a guardare la partita di football.
E che partita! Si stanno sfidando a colpi di touch down i Baltimora e i Los Angeles ed è un evento immancabile, tipo un derby Lazio - Roma, persino per il Presidente degli Stati Uniti che sta per raggiungere lo stadio con tanto di scorta.
Ma c'è un intruso ...
sulla torretta
ed è armato
con un fucile di precisione ...
sulla torretta
ed è armato
con un fucile di precisione ...
Chi è il suo target?
Chi è il suo mandante?
Qual'è il suo scopo?
Quando inzierà a sparare?
Chi è il suo mandante?
Qual'è il suo scopo?
Quando inzierà a sparare?
John Cassavetes è il Sergente Chris Button
Sembrano domande irrinunciabili, vero? E invece no, non dovete porvele perchè sparereste a vuoto. L'unico vero bersaglio a dover far centro nel film è la tensione. Il mirino disegna una fitta ragnatela tra il campo e gli spalti, legando a filo continuo tutti i personaggi sparsi nello stadio, mentre la storia resta appesa alla canna del mitragliatore che sembra esplodere ad ogni occasione tenendo alta la carica.
E quando la palla passa a due attori come John Cassavetes e Charlton Heston - che simili domande se le fanno per quasi tutto il film - l'emozione è assicurata. Il dirigibile della Goodyear che trasmette le immagini della partita alla Tv coglie per caso la presenza del malintenzionato e i due poliziotti entrano nel vivo dell'azione. Lo scontro di football diventa allora sempre più contorno e frangente per un gioco molto più subdolo e pericoloso e molto meno sportivo: il tirassegno umano.
L'uomo biondo nascosto sulla torretta di cui noi spettatori riusciamo ad avere solo un'irritante visione a caleidoscopio non è che una sorta di fusco, solitario riflesso della protervia che si sta sfogando agonisticamente sul campo e sugli spalti, ma che in lui raggiunge un'esasperazione criminosa, priva di freni e di regole che può ricadere su chiunque!
Charlton Heston è il Capitano Peter Holly
Si è introdotto all'interno del perimetro per far fuori un'autorità politica, o il Sindaco, o il Principe arabo, o un giocatore prezzolato le cui fragili ginocchia compromettono la vincita, o l'intera squadra avversaria, oppure solo per sparare in preda alla follia sulla folla indistinta?
Il regista Larry Peerce non ce lo dice. E tanto meno ce lo dirà il suo misterioso killer che, da buon giocatore d'azzardo solo contro tutti si agita con movimenti scattanti e prove di puntamento sui tifosi. Il tutto non assecondato da parola alcuna.
Lo stesso silenzio che inonda la torre assolata e che è rotto solo dalle scariche dei quadri elettrici fa da perfetto contraccolpo al vociare ignaro della folla sullo sfondo .
Fatto si è che a 2 minuti dalla fine della partita, i tiratori scelti disseminati al Coliseum ricevono via radio carta bianca dai superiori. E' allora che il presunto attentatore fa fuoco, legittimando gli SWAT al contrattacco.
Quel che ne segue è la tipica carnage catastrofica, con spari che scandiscono un'inquadratura dopo l'altra, giocatori che si dimenticano del punteggio e dell'ovale per portare le loro palle al sicuro e circa 91.000 persone ignare - qualcuna è già rimasto secca - che si centrifugano fra loro per guadagnare almeno una cabina telefonica o un cesso dove poter riparare, procurandosi più danno di quello che le pallottole stesse potrebbero arrecare.
L'anno successivo, sarà il turno di un'altra pellicola - Rollercoaster, Il grande brivido - che proporrà l'analogo caso di uno squilibrato dinamitardo la cui ombra si proietta sulle montagne russe dei grandi luna park americani. Gli Stati Uniti stanno facendo i conti con la guerra fredda, la crisi mediorientale e quella petrolifera e si avvertono, per la società moderna, i tempi dell'insicurezza e dell'inquietudine che affiorano come crepe, traducendosi poi sullo schermo nell'espressione delle paure più inconsce.
Oltre a Charlton Heston, l'eroe che avrei sempre voluto essere, il film conta anche la partecipazione di Gena Rowlands - moglie dello stesso Cassavetes - Martin Balsam, Beau Bridges - fratello dell'attore Jeff Bridges - e Pamela Bellwood.
E quando la palla passa a due attori come John Cassavetes e Charlton Heston - che simili domande se le fanno per quasi tutto il film - l'emozione è assicurata. Il dirigibile della Goodyear che trasmette le immagini della partita alla Tv coglie per caso la presenza del malintenzionato e i due poliziotti entrano nel vivo dell'azione. Lo scontro di football diventa allora sempre più contorno e frangente per un gioco molto più subdolo e pericoloso e molto meno sportivo: il tirassegno umano.
L'uomo biondo nascosto sulla torretta di cui noi spettatori riusciamo ad avere solo un'irritante visione a caleidoscopio non è che una sorta di fusco, solitario riflesso della protervia che si sta sfogando agonisticamente sul campo e sugli spalti, ma che in lui raggiunge un'esasperazione criminosa, priva di freni e di regole che può ricadere su chiunque!
Charlton Heston è il Capitano Peter Holly
Si è introdotto all'interno del perimetro per far fuori un'autorità politica, o il Sindaco, o il Principe arabo, o un giocatore prezzolato le cui fragili ginocchia compromettono la vincita, o l'intera squadra avversaria, oppure solo per sparare in preda alla follia sulla folla indistinta?
Il regista Larry Peerce non ce lo dice. E tanto meno ce lo dirà il suo misterioso killer che, da buon giocatore d'azzardo solo contro tutti si agita con movimenti scattanti e prove di puntamento sui tifosi. Il tutto non assecondato da parola alcuna.
Lo stesso silenzio che inonda la torre assolata e che è rotto solo dalle scariche dei quadri elettrici fa da perfetto contraccolpo al vociare ignaro della folla sullo sfondo .
Fatto si è che a 2 minuti dalla fine della partita, i tiratori scelti disseminati al Coliseum ricevono via radio carta bianca dai superiori. E' allora che il presunto attentatore fa fuoco, legittimando gli SWAT al contrattacco.
Quel che ne segue è la tipica carnage catastrofica, con spari che scandiscono un'inquadratura dopo l'altra, giocatori che si dimenticano del punteggio e dell'ovale per portare le loro palle al sicuro e circa 91.000 persone ignare - qualcuna è già rimasto secca - che si centrifugano fra loro per guadagnare almeno una cabina telefonica o un cesso dove poter riparare, procurandosi più danno di quello che le pallottole stesse potrebbero arrecare.
L'anno successivo, sarà il turno di un'altra pellicola - Rollercoaster, Il grande brivido - che proporrà l'analogo caso di uno squilibrato dinamitardo la cui ombra si proietta sulle montagne russe dei grandi luna park americani. Gli Stati Uniti stanno facendo i conti con la guerra fredda, la crisi mediorientale e quella petrolifera e si avvertono, per la società moderna, i tempi dell'insicurezza e dell'inquietudine che affiorano come crepe, traducendosi poi sullo schermo nell'espressione delle paure più inconsce.
Oltre a Charlton Heston, l'eroe che avrei sempre voluto essere, il film conta anche la partecipazione di Gena Rowlands - moglie dello stesso Cassavetes - Martin Balsam, Beau Bridges - fratello dell'attore Jeff Bridges - e Pamela Bellwood.
Esiste tuttavia un'altra versione inedita e più lunga, nella quale la presenza dell'uomo armato era orchestrata da una banda di ladri per tenere sulla corda i poliziotti, mentre veniva perpetrato un grosso furto nelle vicinanze dello stadio. Il fatto che sia prevalsa la versione senza movente è, secondo me, 91.000 volte preferibile. Tante quante erano le persone nelle mire del cecchino.
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dai sparane una più grossa