Ah se solo Diane Lane e Olivier Martinez non si fossero mai "tamponati" quel giorno, sospinti dalle raffiche di vento ...
... se solo lui non l'avesse poi invitata a salire nella sua tana per medicarsi la gamba sbucciata...
... e se solo la Lane fosse scappata in uno di quei maledetti taxi che a New York non si fermano nemmeno se ti lanci sul loro cofano ...
o - molto più semplicemente - se solo Richard Gere l'avesse beccata sotto la casa dell'amante mentre lei se la svignava alla chetichella dopo l'ennesima trombata con Martinez ...
se solo, se solo ... Ci saremmo persi un'altra fatica del geniale Adrian Lyne! Regista che amo. Forse un po' troppo centrato su temi erotomani, ma unico nel suo modo di visualizzare una vicenda e molto più noto per altri suoi trascorsi quali "Flashdance", "9 settimane e ½" e "Attrazione fatale".
Chi meglio di lui avrebbe potuto architettare un simile archibugio di suspence e sensualità? Perchè di questo si tratta, di stare sempre con il fiato sospeso. Dapprima per una relazione clandestina che è sempre sul punto di venire scoperta. Poi perchè - al contrario - si tratta invece di "coprire" qualcosa: un cadavere di troppo. Il blend di erotismo e sentimento, infatti, è sprofondato inaspettatamente nel giallo.
L'inizio è lento, a tratti violento: racconta di una infedeltà coniugale di cui Diane Lane si rende responsabile. Ma vi ci è sospinta dal giovane, tenebroso, incontrato per caso, che coniuga cultura e fisicità insieme.
Accade a Soho, quartiere newyorkese, tra tetti fumanti e gente indaffarata, tipico sfondo bigio da stralciare per concedersi una passione elettrizzata dal proibito. Un revival di "9 settimane e 1/2" probabilmente, ma con la variante di un marito borghese tra i piedi. E un marito come Richard Gere non rimane di certo a casa, ad attendere. Non resta in un angolo a guardare.
Quando entra in azione, la vicenda si tinge di un altro colore. Così damblè, senza preavvisi, in modo quasi scioccante. E capovolge il film, lo spezza, ammanettando lo spettatore ormai convinto di trovarsi invischiato solo in un semplice menage a trois.
E allora si deve cancellare, coprire, nascondere, nell'illusoria speranza di poter tornare indietro, all'esistenza intonsa e madida di perfezione che c'era prima. Per noi, testimoni impreparati che magari non conoscevamo l'originaria versione del film realizzata da Claude Chabrol, diviene operazione praticamente impossibile capire quale, tra adulterio e assassinio, sia situazione più ansiogena. Tanto più che paiono entrambe sfuggire di mano ...
Alcuni si chiedono se sia un film di fantascienza, visto che non è da tutte farsi come amante Martinez ed essere sposate con Gere nella stessa vita. Sovvengono spunti da "Attrazione Fatale"? Sembra. Ma è un giallo all'incontrario, che si consuma nel secondo tempo. Innegabile la bravura di Lyne - spesso tacciato di girare lungometraggi che hanno l'aria di spot - nel catturare frammenti suggestivi dalle situazioni ordinarie. Il sesso talvolta è esplicito, carnale, liberatorio. Ne rende impura la consumazione. E' mero divertimento per l'amante, coinvolgimento emotivo per lei. Finché, un colpo netto lo sospinge d'un tratto in secondo piano, con la violenza che è tipica del "colpo" di scena e della morte.
La tensione per ricomporre il folle disegno della famiglia borghese è insopportabile. L'ascensore per mezzo del quale scappare, con il peso cadaverico della propria coscienza arrotolata in un persiano, non collabora mentre tutti gli altri elementi che vorrebbero essere d'aiuto si traducono inevitabilmente in ostacoli irritanti. La suspense - come diceva Alfred Hitchcock - si gioca proprio su questo, in fondo: nel dilatare il tempo e nel diluire l'attesa, potenziandone il peso fino a renderlo schiacciante.
Celata la polvere sotto al tappeto, il disperato ritorno alla normalità sembra ancora un che di fattibile, una speranza realizzabile per il momento. Le macchie più macroscopiche delle reciproche colpe sembrano sparite anche dal destino dei coniugi Edward e Constance Sumner, oltreché dall'appartamento di chi ci ha rimesso definitivamente le penne.
Davvero è stata cancellata ogni minima traccia da quell'appartamento ormai vuoto e silente? ...
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dai sparane una più grossa