Ormai non c'è più dubbio!
Se coniugate un tailleur alle sbarre di un carcere, se udite levarsi in lontananza un elegante e potente ruggito, se d'improvviso il vostro tubo catodico s'affolla di madama, pula e caramba tutta insieme tanto da far confusione con i gradi, niente paura: stanno calando ombre sul giallo. E con esse la signora del giallo tutta italiota Marple/Leosini. D'ombre non v'è invece alcuna traccia nel suo italiano fluente e quasi visivo mentre, tenendo testa agli ospiti in studio e a 5 telecamere contemporaneamente con la stessa abilità di un gufo, ricostruisce le trame dei delitti più famosi d'Italia, con un coinvolgimento senza pari. Non esiste parlatorio o filo spinato o guardia carceraria che la possano trattenere, tanto che ha oramai preso più di qualche caffè bollente, intrattenendo impavidamente conversazioni con gli ammanettati più famosi della penisola.
Atti processuali sempre alla mano, lei sempre à la page, dall'equilibrio a volte traballante per via dell'eccessiva lunghezza dei suoi pantaloni e del pathos raggiunto dalla storia narrata che, in effetti, travolge anche l'arredamento di casa e il cagnolino scoreggione accucciato ai tuoi piedi precludendoti il sonno, l'eccezionale Leosini ha l'abilità di farti sorgere un dubbio: ero per caso drogato mentre succedeva tutto quello che racconta? O mi sto rapidamente rincoglionendo pro tempore, visto che non ricordo di averne letto una cippa lippa sui giornali? E' il caso, per esempio, dell'Avv. Colacioppo e della di lui moglie, la moldava Angela Biriukova, andato in onda ieri sera su Rai 3. Un uomo arrivato e ricco ma solo, una donna dell'Est povera ma bellissima - oltreché giovanissima - che lo sposa e si fa portare nelle Marche e il di lei amante che giungerà poi. Anche se la memoria non t'aiuta, non ti ci vogliono che 2 secondi per capire che dietro all'omicidio del povero legale non ci sta la mafia anconetana, né il sindacalista, né il cliente incazzato perché gli ha staccato una parcella troppo salata. E sì perché l'assassino ha le chiavi dello studio, dopo l'omicidio s'è pure cambiato a casa della moglie dell'avvocato e lei è a zonzo nonsisadove. Non vado oltre per non guastare la sorpresa a chi volesse arrivarci da solo, come fece la pula per l'appunto.
Ciò premesso e ironia a parte grande grande Leosini! Grande il suo italiano che non fa una grinza; magnifica la sua classe e la sua simpatia anche fuori dallo schermo; ammirabili il coraggio che dimostra e la sua verve giornalistica.
Leosini, che le ombre non calino mai su di te!
Se coniugate un tailleur alle sbarre di un carcere, se udite levarsi in lontananza un elegante e potente ruggito, se d'improvviso il vostro tubo catodico s'affolla di madama, pula e caramba tutta insieme tanto da far confusione con i gradi, niente paura: stanno calando ombre sul giallo. E con esse la signora del giallo tutta italiota Marple/Leosini. D'ombre non v'è invece alcuna traccia nel suo italiano fluente e quasi visivo mentre, tenendo testa agli ospiti in studio e a 5 telecamere contemporaneamente con la stessa abilità di un gufo, ricostruisce le trame dei delitti più famosi d'Italia, con un coinvolgimento senza pari. Non esiste parlatorio o filo spinato o guardia carceraria che la possano trattenere, tanto che ha oramai preso più di qualche caffè bollente, intrattenendo impavidamente conversazioni con gli ammanettati più famosi della penisola.
Atti processuali sempre alla mano, lei sempre à la page, dall'equilibrio a volte traballante per via dell'eccessiva lunghezza dei suoi pantaloni e del pathos raggiunto dalla storia narrata che, in effetti, travolge anche l'arredamento di casa e il cagnolino scoreggione accucciato ai tuoi piedi precludendoti il sonno, l'eccezionale Leosini ha l'abilità di farti sorgere un dubbio: ero per caso drogato mentre succedeva tutto quello che racconta? O mi sto rapidamente rincoglionendo pro tempore, visto che non ricordo di averne letto una cippa lippa sui giornali? E' il caso, per esempio, dell'Avv. Colacioppo e della di lui moglie, la moldava Angela Biriukova, andato in onda ieri sera su Rai 3. Un uomo arrivato e ricco ma solo, una donna dell'Est povera ma bellissima - oltreché giovanissima - che lo sposa e si fa portare nelle Marche e il di lei amante che giungerà poi. Anche se la memoria non t'aiuta, non ti ci vogliono che 2 secondi per capire che dietro all'omicidio del povero legale non ci sta la mafia anconetana, né il sindacalista, né il cliente incazzato perché gli ha staccato una parcella troppo salata. E sì perché l'assassino ha le chiavi dello studio, dopo l'omicidio s'è pure cambiato a casa della moglie dell'avvocato e lei è a zonzo nonsisadove. Non vado oltre per non guastare la sorpresa a chi volesse arrivarci da solo, come fece la pula per l'appunto.
Ciò premesso e ironia a parte grande grande Leosini! Grande il suo italiano che non fa una grinza; magnifica la sua classe e la sua simpatia anche fuori dallo schermo; ammirabili il coraggio che dimostra e la sua verve giornalistica.
Leosini, che le ombre non calino mai su di te!
Ho dubbi sulla colpevolezza della bella giovane Moldava che sta scontando in carcere i trent'anni affibiati a lei.
RispondiEliminaIl tempo occorso tra il delitto, l'incursione per ripulirsi a casa dell'Avvocato Colacioppo e la partenza dei due uomini in pulman per Trieste mi sembra troppo ristretto. E i tre, per quanto sottosviluppati cerebralmente o ingenui fino alla stupidità perchè si sono messi in mostra tra bar e alberghi in giro per l'anconetano?
Ricordo che il primo verdetto fu loro favorevole perchè Valery, Jury e Angela furono assolti.
E' stata richiesta la riapertura del processo e credo sia dovuta perchè, ammettendo la colpevolezza di Angela, trent'anni sono eccessivi per lei essendo, forse, la mandante ma non l'assassina fisica.
Carissima alexis, vieni per caso da Dinasty? La tua spiegazione mi trova concorde solo in parte poiché Angela aveva movente, non aveva alibi se non la testimonianza poco valevole dei due presunti assassini e le si può cmq imputare una latitanza pluriennale con l'amante ricercato, traducibile in un favoreggiamento. Perché dunque scappare dopo una sentenza assolutoria? La leggerezza di farsi beccare con l'amante in pieno centro cittadino è pari a quella di fumare sul luogo del delitto e lasciarci i mozziconi con tanto di dna. Mi sa che la Giustizia ci ha visto giusto, una volta tanto :)
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