Avete presente Pirandello e i 6 personaggi in cerca d'autore? Esatto, proprio quelli! Solo che nel mio caso la ricerca andò al rovescio.
giugno 2006, faceva un caldo tremendo tanto che anche il pc pareva bruciare sulle mie gambe. L'atmosfera estiva, con il preannuncio delle giornate al mare, delle vacanze e dello svuotamento in città era particolarmente suggestiva. Da anni mi dicevo "devi tramare un nuovo giallo e devi tesserlo in seno all'esercito italiano. Fallo! Fallo, che aspetti? A che ti è servito vestire di verde per un anno intero, scimunito?" Così una sera mi ci misi d'impegno. Come in una specie d'ipnosi, cercai di riportare in superficie ricordi su giuramenti, battiti di stecche, comandi, urla di caporali esauriti, vestizioni, gradi ed altre indelebili esperienze marziali che ti segnano per la vita. Quando il palcoscenico reale fu pronto, la mente fece alzare su di esso il sipario che celava i personaggi immaginari: una vittima con in corpo una baionetta, un amico incolpato ingiustamente, un latitante alla Andrea Ghira rifugiatosi in seno alle F.F.A.A., una recluta che con lui ha un conto in sospeso e che per questo gli dà la caccia, un comandante di battaglione con un passato oscuro, il suo tirapiedi etc etc ... E il caporale figo, il più controverso fra tutti i compagni. Sembra nato con la mimetica indosso. E' lui che regge le fila degli scaglioni di quell'estate fatta di addestramenti e preludio allo smistamento al corpo ove passare i restanti 11 mesi di leva. Ed è a lui che fanno capo, più o meno direttamente, tutti i drammi e i segreti che s'intrecciano tra le palme marchigiane ed i soldati. Dapprincipio, sapevo solo che si sarebbe chiamato Guardino, Enrico Guardino, e che sarebbe stato un autentico figlio di buona donna: propenso al comando, esaltato, testa calda, scazzottatore e talmente fiducioso in sé da dare ai nervi e da far accapponare oltreché la pelle anche le palle. Insomma, un bel programmino, destinato però a cambiare molto presto.
L'omicidio in genere è un fatto di una gravità incalcolabile. Quello che avviene all'inizio della vicenda da me inventata è altrettanto sconvolgente per chiunque: vena la superficie delle certezze, porta il terremoto in caserma e - volente o nolente - finisce per far traballare anche il nostro personaggio. Anche la passione amorosa, tuttavia, può detonare con la medesima efficacia esplosiva. E se il delitto pare scorrergli addosso come pioggia su di un impermeabile, l'Amore per uno dei suoi soldati giunto con lo scaglione successivo ci passerà attraverso e ne sbriciolerà le sicurezze come fossero cristalli. E' una passione proibita e avversata dall'ambiente che li circonda, ma tanto più forte per via dell'attrazione degli opposti: sicuro di sé e protettivo Guardino, molto più fragile l'altro ragazzo che gli fa il filo.
"Che volto dare a questo caporale?" continuavo a chiedermi. Quando fatico a pennellare un personaggio, inizio allora ad attingere da volti noti e mi sforzo. In quel mentre, mi sovvenne quasi subito l'immagine di Ackles. Gli provai mentalmente abito e ruolo e scopriì che gli stavano d'incanto! Erano talmente perfetti che volli un'identificazione immediata anche da parte di chi eventualmente leggesse il romanzo (ancora in fase di lavorazione).
Sentiì però il bisogno di mettere al corrente questa musa ispiratrice del fatto che stavo per usare la sua immagine per fargli calzare anfibi forse troppo scomodi e stretti, vista la particolarità del personaggio e per dedicargli un libro. Fu allora che, senza grandi pretese, mi misi al computer per comporre un fumetto comico con le sue foto e parlargli della mia iniziativa. Spediì poi il tutto al suo fan club in Texas, assieme ad altri regali e segni di stima chiusi in uno scatolone. Passò il week end, il corriere della Mail Boxes etc. partì con il carico ed io rimasi tranquillo. Più tardi mi dissero, invece, che la consegna non sarebbe potuta avvenire presso una casella p.o. box perché ci doveva essere una presenza fisica che firmasse e ricevesse personalmente il pacco. Scrissi allora al fan club, ma gentilmente mi dissero che quello era l'unico recapito disponibile e che finché ci fosse stato A Few Good Man potevano garantirne la consegna al destinatario. E mo che cacchio faccio? La roba mi ritorna in Italia! Ripensai all'ultima risposta ... A Few Good Man ... A Few Good Man? Che significa A Few Good Man?! Scopriì così che pure l'attore, solitamente impegnato a Vancouver o in California, si trovava in quel momento a Dallas per le prove di uno spettacolo ispirato al film Codice D'Onore, presso il Casa Manana Theatre di Forth Worth. Non mi restò altra soluzione che invertire la rotta del pacco e mandarglielo a teatro. Quel lunedì, la settimana di prove era terminata ma ci sarebbe stata la prima e lo spettacolo vero e proprio si sarebbe poi protratto per altri 7 giorni. Il pacco arrivò, il custode firmò e ... la storia rimase sospesa. Forse, ora, un attempato uomo dall'accento del profondo sud e con gli stivali a punta piantati sul davanzale della reception sta ancora leggendo le mie pagine facendosi delle grasse risate alle mie spalle e dicendo ed esclamando Wow Wow. A Jensen, te saludi. Goddammit (li morté!)
giugno 2006, faceva un caldo tremendo tanto che anche il pc pareva bruciare sulle mie gambe. L'atmosfera estiva, con il preannuncio delle giornate al mare, delle vacanze e dello svuotamento in città era particolarmente suggestiva. Da anni mi dicevo "devi tramare un nuovo giallo e devi tesserlo in seno all'esercito italiano. Fallo! Fallo, che aspetti? A che ti è servito vestire di verde per un anno intero, scimunito?" Così una sera mi ci misi d'impegno. Come in una specie d'ipnosi, cercai di riportare in superficie ricordi su giuramenti, battiti di stecche, comandi, urla di caporali esauriti, vestizioni, gradi ed altre indelebili esperienze marziali che ti segnano per la vita. Quando il palcoscenico reale fu pronto, la mente fece alzare su di esso il sipario che celava i personaggi immaginari: una vittima con in corpo una baionetta, un amico incolpato ingiustamente, un latitante alla Andrea Ghira rifugiatosi in seno alle F.F.A.A., una recluta che con lui ha un conto in sospeso e che per questo gli dà la caccia, un comandante di battaglione con un passato oscuro, il suo tirapiedi etc etc ... E il caporale figo, il più controverso fra tutti i compagni. Sembra nato con la mimetica indosso. E' lui che regge le fila degli scaglioni di quell'estate fatta di addestramenti e preludio allo smistamento al corpo ove passare i restanti 11 mesi di leva. Ed è a lui che fanno capo, più o meno direttamente, tutti i drammi e i segreti che s'intrecciano tra le palme marchigiane ed i soldati. Dapprincipio, sapevo solo che si sarebbe chiamato Guardino, Enrico Guardino, e che sarebbe stato un autentico figlio di buona donna: propenso al comando, esaltato, testa calda, scazzottatore e talmente fiducioso in sé da dare ai nervi e da far accapponare oltreché la pelle anche le palle. Insomma, un bel programmino, destinato però a cambiare molto presto.
L'omicidio in genere è un fatto di una gravità incalcolabile. Quello che avviene all'inizio della vicenda da me inventata è altrettanto sconvolgente per chiunque: vena la superficie delle certezze, porta il terremoto in caserma e - volente o nolente - finisce per far traballare anche il nostro personaggio. Anche la passione amorosa, tuttavia, può detonare con la medesima efficacia esplosiva. E se il delitto pare scorrergli addosso come pioggia su di un impermeabile, l'Amore per uno dei suoi soldati giunto con lo scaglione successivo ci passerà attraverso e ne sbriciolerà le sicurezze come fossero cristalli. E' una passione proibita e avversata dall'ambiente che li circonda, ma tanto più forte per via dell'attrazione degli opposti: sicuro di sé e protettivo Guardino, molto più fragile l'altro ragazzo che gli fa il filo.
"Che volto dare a questo caporale?" continuavo a chiedermi. Quando fatico a pennellare un personaggio, inizio allora ad attingere da volti noti e mi sforzo. In quel mentre, mi sovvenne quasi subito l'immagine di Ackles. Gli provai mentalmente abito e ruolo e scopriì che gli stavano d'incanto! Erano talmente perfetti che volli un'identificazione immediata anche da parte di chi eventualmente leggesse il romanzo (ancora in fase di lavorazione).
Sentiì però il bisogno di mettere al corrente questa musa ispiratrice del fatto che stavo per usare la sua immagine per fargli calzare anfibi forse troppo scomodi e stretti, vista la particolarità del personaggio e per dedicargli un libro. Fu allora che, senza grandi pretese, mi misi al computer per comporre un fumetto comico con le sue foto e parlargli della mia iniziativa. Spediì poi il tutto al suo fan club in Texas, assieme ad altri regali e segni di stima chiusi in uno scatolone. Passò il week end, il corriere della Mail Boxes etc. partì con il carico ed io rimasi tranquillo. Più tardi mi dissero, invece, che la consegna non sarebbe potuta avvenire presso una casella p.o. box perché ci doveva essere una presenza fisica che firmasse e ricevesse personalmente il pacco. Scrissi allora al fan club, ma gentilmente mi dissero che quello era l'unico recapito disponibile e che finché ci fosse stato A Few Good Man potevano garantirne la consegna al destinatario. E mo che cacchio faccio? La roba mi ritorna in Italia! Ripensai all'ultima risposta ... A Few Good Man ... A Few Good Man? Che significa A Few Good Man?! Scopriì così che pure l'attore, solitamente impegnato a Vancouver o in California, si trovava in quel momento a Dallas per le prove di uno spettacolo ispirato al film Codice D'Onore, presso il Casa Manana Theatre di Forth Worth. Non mi restò altra soluzione che invertire la rotta del pacco e mandarglielo a teatro. Quel lunedì, la settimana di prove era terminata ma ci sarebbe stata la prima e lo spettacolo vero e proprio si sarebbe poi protratto per altri 7 giorni. Il pacco arrivò, il custode firmò e ... la storia rimase sospesa. Forse, ora, un attempato uomo dall'accento del profondo sud e con gli stivali a punta piantati sul davanzale della reception sta ancora leggendo le mie pagine facendosi delle grasse risate alle mie spalle e dicendo ed esclamando Wow Wow. A Jensen, te saludi. Goddammit (li morté!)
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dai sparane una più grossa