Intanto, però, ha fatto finire Dean Winchester dritto dritto all'Inferno. Ci finisse pure lui!
giovedì 31 luglio 2008
A Supernatural Western?
Intanto, però, ha fatto finire Dean Winchester dritto dritto all'Inferno. Ci finisse pure lui!
Beautiful Spoilers
Chi ha sparato a Stephanie?
Che succederà a chi le ha sparato?
Il ruolo di Pam Douglas, sorella di Stephanie.
Taylor avrà una relazione con ...
Il grande segreto di Donna
Nick Marone si sposerà con ...
Arriverà anche ...
Soggetti insospettabili prenderanno il controllo sulla Forrester Creations!
Amor vuol dir malattia?
Si gioisce e si soffrono pene grandissime per questo nobile sentimento ... un sogno che rende favolosa la nostra esistenza. Dicono che innamorarsi equivalga a trasformarsi. Sono d'accordo. Si entra in una sfera emotiva travolgente, ci si annulla in una fiaba delicata che sbatte contro il muro tutte le nostre certezze e ci spinge ad azioni impensate.
Si può rinnovare questa magia giorno dopo giorno come una melodia musicale sempre inebriante? C'è chi ama l'innamoramento stesso: stuazioni emozionanti che spingono il cuore a battiti inusuali, che sfracellano gli schemi di una vita ordinaria per infondere vibrazioni celestiali. C'è chi ama qualcuno: una persona specifica che completa queste nostre sensazioni e se ne rende protagonista. E' possibile che una fiaba così vivida, così travolgente duri per sempre, tra gli spasmi della vita e del quotidiano? Aiuta forse a vivere meglio?
Le vere e proprie pene sono quelle che ti assalgono quando desideri una persona e non la puoi avere. Però, tutto sarebbe più semplice se ci rendessimo conto che questa possessività non è amore, ma fame. Fame incontenibile di possesso a senso unico. Amare vorrebbe dire desiderare anche la felicità dell'altra/o, lasciargli la libertà di cui necessita. Lo so che nella pratica avviene solitamente il contrario. Ed è questo che provoca le pene. Terribili pene che preludono all'infelicità, che ti fanno incazzare con il destino per non essere stato dalla tua parte, per non aver compreso quanto fosse importante per te coronare il tuo sogno d'amore. Come se la sorte avesse tutte le colpe del caso. Il problema è sempre lo stesso: sinchè non riprogrammiamo noi stessi, finchè non maturiamo e capiamo che bisogna essere concreti e meno illusi, le pene saranno sempre dietro la porta, a bussare per noi o pronte ad entrare senza invito.
Ricordo di aver perso la testa almeno tre volte. Non è stato facile risalire la china. Credevo di non farcela. Ora mi complimento con me stesso per esserci riuscito, maturando
mercoledì 30 luglio 2008
Grande fratello gemello
martedì 29 luglio 2008
Quando Beautiful sfrattò Capitol
Quel che ancora non si sapeva è che la CBS di Los Angeles stava cercando febbrilmente spazi e sgabuzzini per poter dare fiato ad una soap tutta nuova, ambientata nel ben più frivolo mondo modaiolo: The Bold & The Beautiful (Beautiful, appunto). La diabolica coppietta dei Bell, già autori della veterana The Young & The Restless (Febbre D'Amore) e forti degli ascolti che questa mieteva da anni, ebbero carta bianca. La loro popolarità fu schiacciante e Capitol, prodotto tv di gran lunga più intrigante, fu costretta a chiudere i battenti in fretta e furia per passare il testimone alle vicende dei Forrester$ e dei Logan. Ma andiamo con ordine. Era il 1987, si diceva. Cessato il claustrofobico matrimonio con Trey Clegg, la bellissima Sloane Denning lo lasciava finalmente a Kelly Harper, ex prostituta di strada e sempiterna amante del deputato.
Del resto, c'è il ben più affascinante Alì, principe capo dello staterello "Baraq" e pronto a prenderla con se, sicché Sloane finisce ben presto per essere trascinata con la madre Paula nei meandri guerriglieri dell'estremo oriente.
A casa Clegg, c'è il solito incontenibile parapiglia: il rischio di una crisi petrolifera a causa del conflitto getta Sam Clegg in preda ad un infarto. La moglie Myrna si allontana dalla villa per prendere il suo posto negli affari, lasciando così spalancato un pericoloso pertugio all'infedeltà del marito che se la fa con la ben più giovane attricetta Kate. Il figlio minore Jordy resta sfigurato in un incidente d'auto: gira con la benda all'occhio e con la fascia da lutto al braccio, per aver perduto l'amore della sua vita, Leanne (caduta accidentalmente dalle scale per mano di Kate, dopo averne scoperto gli inciuci).
Fiù! L'altra figlia Clegg, Brenda è presa tra un losco dj e le aspirazioni canore del suo ragazzo, Wally McCandless.
lunedì 28 luglio 2008
Jensen Ackles: può una star risponderti con un telefilm?
b) Un'immagine al cioccolato e i complimenti per la barba che, secondo me, gli dona
c) Una lode al fatto che sia umile, a differenza di molti dei suoi colleghi
d) La menzione che il caporale a lui ispirato - di cui avrei voluto scrivere in un romanzo - fila con un altro ragazzo ( è un romanzo un po' particolare) :)
e) La citazione di "Black Christmas" (1974) quale mio film preferito
f) Foto sue nelle quali veste elegantemente in giacca e cravatta
g) Immagini di lui che gioca con gli occhiali da sole
Aò ... e devo proprio tenerlo d'occhio a 'sto pischelletto!
Poirot gay? Oh mon dieu!
Post sullo stalker dei post it
Non ho potuto fare a meno di notarti, mentre sali e scendi dall’auto. Ti trovo molto sexy. Vorrei tanto conoscerti. Sono pronto a incontrarti perché mi hai proprio colpito. Ti lascio il mio numero 34…..
lunedì 14 luglio 2008
"Funny Games U.S.": quando la violenza va in bianco
Possibili Spoilers!
Funny Games è senza dubbio una provocazione travestita dal pervertimento della parola gioco e non è mistero che Michael Haneke, in qualche modo, gongoli su questo. Ma come tutti i film di matrice europea, tralascia la trama in favore del simbolismo. Non aspettatevi, perciò, una pellicola all’americana – per quanto la location sia Long Island e vi sia promessa di violenza a volontà – perché mancherà di azione e si costruirà prettamente sul fastidio, sulla snervanza e sull’agonia dei dialoghi e dell’attesa. Una mano statunitense sarebbe stata molto più grafica, forse, e meno cinica. Qui, invece, la rappresentazione compiaciuta dell’insospettabilità del male prevale nettamente sul cliché – altrimenti stereotipato – della vittima che pensa solo a mettersi in salvo. Gentili sono a tratti i modi della lucida follia ed i volti dietro ai quali si cela, candide sono le vesti degli psicolabili, le cui mani nemmeno s’imbrattano per ciò che fanno grazie ai guanti da golf – anch’essi bianchissimi – con i quali mettono in atto le loro malefatte. E’ una denuncia dell’ipocrisia, della deriva sociale e della conseguente vuotezza di alcune esistenze? E' un avvertimento sui mille volti, talora incomprensibili, della violenza che può bussare alla porta delle vite di tutti e che solo un cane è in grado di percepire in tempo? E', per caso, una comica a rovescio dove vincono i cattivi e perdono i buoni? E' uno scimmiottare i costumi americani, nei quali troppo spesso la cattiveria è protagonista assai disinibita? O è, infine, una durissima polemica contro l'esclusivismo dei circoli golfistici, apparentemente sempre così snob ed elitari? E’ forse un po’ di tutto questo, nella sua interazione e presa in giro degli spettatori. Non sono, tuttavia, il delitto e le scene raccapriccianti a riempire il campo della macchina da presa, né la capacità di reazione dei malcapitati – altrimenti avremmo l’ennesimo thriller - bensì il dolore psicologico dell’aggressione futile, demenziale e fine a se stessa che è già raccapricciante di per sé; e l’amara consapevolezza che i crudeli trionferanno, per quanto ciò sia ingiusto. Ci vuole coraggio ad eliminare, seppure fuori scena, l’innocenza di un bambino. Pochi film si erano spinti a tanto. Perché F. G. lo fa? Perché lo scopo di produrre in noi una riflessione a proposito della fragilità della vita e della stupidità della degenerazione, ma anche sull’ordinarietà vacanziera di una classe borghese ed arricchita con la puzza sotto al naso prevale sull’intrattenimento dello spettatore e sulla sovrabbondanza d’effetti speciali. Infatti, c’è chi – pur di recuperare la sensazione vendicativa e liberatrice volutamente assente nel film - giunge persino a colpevolizzare la famigliola, rea d’essere troppo autistica e chiusa nel proprio guscio del benessere: quello stesso guscio d’uovo che i dissociati romperanno all’inizio del “gioco”, generando una vera e propria metafora dell’intrusione distruttiva del cavallo di Troia. Associate pure Peter e Paul ai drughi di kubrickiana memoria o paragonateli, come certa critica ha fatto, alla coppietta di uno Stanlio e di un Ollio che hanno perduto la testa e che fanno rabbrividire anziché ridere, ma cercate di comprendere che il film ha altre esigenze rispetto a quelle ormai desuete dell’avanspettacolo. Così, ogni possibilità di fuga è messa al bando, poiché scontato è il destino e dei sequestrati e dei sequestratori. Ed il finale, con la sua ciclicità impotente e ininterrotta, n’è riprova.
Lo scherzetto in rewind
Perfetto il cast. Straordinario Michael Pitt, vero e proprio angelo luciferino dallo sguardo sornione. Se continuerà di buon grado a dar vita a personaggi "disturbati" e disturbanti sarà tutt'altro che "funny" per lui tentare strade diverse in futuro. Che dire? Non azzardatevi più a prestare uova ai c.d. "vicini" ed eviterete di stare al loro gioco ... ;)
Trailer italiano