Sì lo so: "Senza Ritegno" dovrei considerarmi io visto che oso sfidare i gusti del pubblico e osannare una canzone che non è nemmeno più in gara.
Ma a me Raphael Gualazzi, l'uomo che si porta il pianoforte pure al cesso, piace. E' sempre piaciuto da che vinse Sanremo giovani nel 2011. Sì, lo ammetto: forse non l'ho seguito come un cane fa coi tartufi e ho aspettato che fosse il Festival di Sanremo a sdoganarlo di nuovo ma non è colpa mia se lo scambiavo sempre per Matteo Renzi.
Quest'anno partecipa(va) alla gara con due canzoni - "(Sai) Ci Basta Un Sogno" e appunto "Senza Ritegno" - la migliore delle quali, cioè l'ultima, è stata trombata.
Non per niente c'era pure un trombettista di mezzo.
I criteri che guidano il televoto sono sempre stati indecifrabili quanto il libro delle sorelle Halliwell in Streghe. Gualazzi non è effettivamente un cantante. La sua voce si snoda tra sbavature e svarioni assurdi. Ma è un musicista con tanto di pedigrée. E questo non lo si può negare.
Chissà se è anche fratello di Renzi...
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dai sparane una più grossa