(a.k.a. California Clan)
1984 - 1993
Robin Wright non era ancora la moglie di Sean Penn, lo scazzott-attore.
Todd McKee non aveva idea alcuna che sarebbe entrato in contatto con gli intrighi dei Forrester$.
Marcy Walker era l'attrice più pagata tra quelle che lavoravano in tv.
Jack Wagner non si sognava nemmeno di divenire fratellastro di Ridge.
Marcy Walker era l'attrice più pagata tra quelle che lavoravano in tv.
Jack Wagner non si sognava nemmeno di divenire fratellastro di Ridge.
Leo DiCaprio allora era un infante che entrava dalla porta delle soap per imboccare il successo.
Paul Johansson doveva ancora prendere quell'ascensore che lo avrebbe fatto sbarcare davanti alle segretarie arrapate con una cocacola light in mano e una cassa degli attrezzi sulle spalle.
Leonardo Di Caprio in Santa Barbara
Girata negli studi della NBC a Burbank - la rete con un pavone come logo per intenderci - la soap era un affare di famiglia anche nella realtà. Andy e Mary Dobson curavano i dialoghi: Mary, in particolare, sorvegliava gli aspetti giuridici delle vicende. Papà Jerome e mamma Bridget si occupavano della produzione. Il più grande set mai realizzato, un cast riuscitissimo, che mescolava messicani e californiani - del resto, siamo in zona confinaria - e accarezzava il punto caldo delle problematiche meticce.
Cruz Castillo e Eden Capwell - una specie di Ridge e Brooke alla terrona - erano un Romeo ed una Giulietta inossidabili.
Tutto parte dall'omicidio di Channing Capwell jr, ucciso per un semplice errore dalla madre Sophia Capwell nello studio della loro villa in stile ispanico.
Pilot e morte di Channing jr
Poi, il treno della sceneggiatura attraversa varie umanità in una corsa sempre intrigante: matrimoni d'interesse, terremoti, pazzie, parenti che spuntano come funghi. Un occhio particolare rivolto sempre alla passione, ma anche al fascino della psicologia e della mente umana, alle contraddizioni del diritto, al mistero.
Sbrogliata la matassa dell'omicidio di Channing jr, se ne crea un'altra.
Stavolta riguarda la morte di Madeline Capwell, cugina diretta di Channing e a Santa Barbara, con la sorella, solo di passaggio (giusto giusto il tempo di beccarsi una martellata in capo dalla stessa sorella). Il caso farà esordire l'abilità legale di Julia Wainwright che diventerà personaggio a tutto tondo, tra arringhe in tribunale e combatutti matrimoni con lo spassoso e sarcastico Mason Capwell.
Un post a parte dovrebbe essere dedicato alle sole follie di Peter Flint (il killer con la fissazione per le vittime bionde), alle macchinazioni di Gina Capwell e alle stranezze dei vicini di casa, quelle macchiette di Lionel ed Augusta Lockridge!
Tempi d'oro per le soap opera?
Joe e Kelly
Le ultime scene
Joe e Kelly
Le ultime scene
Sono ammirata dalla tua conoscenza in fatto di soap; dovresti scrivere una GUIDA sul tema, potrebbe risultare divertente.
RispondiEliminaIo invece non sono mai andata più in là di "Dinasty"; la guardavo il venerdì sera con il mio papà, entrambi odiavamo moltissimo Blake Carrington, però eravamo affascianti dalla malefica Alexis (Joan Collins).
A me piaceva anche Steve.
Cruz Castillo però lo conosco: era Tranquillino Marquez in "Colorado", un'altra delle mie "fisse" televisive. Si faceva due anni di carcere senza aver commesso colpe, solo perchè era messicano, poi riusciva a raggiungere Centennial dove aveva un contratto per lavorare come contadino nelle terre di Brumbaugh. Alla fine si faceva una vita e una famiglia, dando il via ad una delle tante genealogie destinate a svilupparsi in loco sino al XX secolo.
Bei tempi...
Ti dirò Lady. Cominciò tutto con le telenovelas di mia nonna, incomparabilmente inferiori alle produzioni nordamericane, ma improntate anch'esse agli stessi canoni drammaturgici già propri del teatro greco - latino: la paternità incerta, il deus ex machina come colpo di scena, la bigamia, l'incesto, l'intrigo politico ...
RispondiEliminaMi affascinavano proprio gli intrecci e il modo in cui gli sceneggiatori cucivano letteralmente le trame.
Poi fu la volta di Capitol che amai per la caratterizzazione dei Clegg e le lotte politiche all'ombra del Campidoglio.
Complice l'ora del pranzo e la presenza di due - a volte tre - donne a casa mia, ahimé lo confesso mi misi a vedere anche Quando si ama (mia sorella ne era patita).
Per me tapino, ormai era finita: Agnes Nixon la terribile vecchietta dalla fantasia superiore alla signora in giallo ne aveva creata un'altra dal titolo La Valle dei Pini e dovetti prendere le mie contromisure, guardando anche quella :D Fu poi la volta di Santa Barbara Beautiful e Febbre d'amore - sorella più anziana della stessa "Beautiful". Ormai ero fottuto.
Ora non ne vedo nemmeno più una, grazie al web. Dovrei essere in pensione per potermelo permettere :)
P.S. L'idea della guida non mi spiacerebbe sai? Per anni ho sognato di fare l'inviato sui set per controllare se le case dei personaggi avessero perlomeno un gabinetto reale o se dovessero correre al bar nelle vicinanze per liberarsi ...
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RispondiEliminaCon "Santa Barbara", come sai, con me sfondi una porta aperta. Dopo "Così gira il mondo", per motivi diversi, è la mia preferita. L'ho amata proprio perché era una soap differente dalle altre e nonostante non sopportassi la storia di Eden e Cruz. I miei personaggi preferiti erano Mason Capwell e Keith Timmons, in entrambi i casi perché adoravo i rispettivi interpreti.
RispondiElimina"Capitol" e "Quando si ama" piacevano a mio fratello, un uomo non certamente dedito al genere soap, ma a quell'ora, all'epoca, mangiava guardando Rai2.
Io, invece, ero dedita al "Pomeriggio con sentimento" con Patrizia Rossetti e, prima ancora, vedevo "Dancing Days" e "Agua viva", telenovelas brasiliane di ottima fattura, con Sonia Braga.
"La valle dei pini", "Così gira il mondo", "Aspettando il domani", "Febbre d'amore" e "General hospital" hanno accompagnato per anni la mia esistenza pomeridiana, che per cause di forza maggiore, era nullafacente. Di "Beautiful" seguii la prima annata sulla Rai e ora vedo spezzoni all'ora di pranzo in ufficio, ma mi annoia. Ho seguito parecchio anche "Sentieri", ma adesso lo trovo inguardabile, perché è troppo assurda. La maggior parte delle soap, dopo ere geologiche di messa in onda, non sanno più dove andare a parare e sviluppano trame orripilanti e stupide.
Il culto dei culti delle telenovelas è, per me, e credo anche per LadyJack, il mitico "Cuore selvaggio", con Eduardo Palomo nei panni di Juan del Diablo. Purtroppo lui è morto e questo rende la telenovela difficile da rivedere senza un groppo alla gola.
Eh sì, a volte la TV ti attira nel gorgo, specialmente per ciò che riguarda le storie che si protraggono episodio dopo episodio.
RispondiEliminaAnch'io penso che sarebbe divertente curiosare negli aspetti più trascurati e/o bizzarri dei backstages perchè per il resto ho idea che il cinema e la tele siano molto noiosi nella loro costruzione, così diversa dal prodotto finito.
Mi trovai a Firenze nel periodo in cui Ridley Scott girava la parte italiana di "Hannibal" e per caso riuscii ad assistere a un po' del lavoro che si svolgeva nella piazza antistante l'Ospedale degli Innocenti (riconvertito per l'occasione nell'abitazione di Hannibal Lecter, perchè il vero palazzo citato nel romanzo non era disponibile). Una delusione: per approntare una scena che nel film finito non occupa neanche mezzo minuto impiegarono mezza giornata.
Il mio unico buon ricordo è la visione lontana lontana, ma per fortuna riconoscibile, di Giancarlo Giannini.
Dal punto di vista del rapporto "caldo" e immediato preferisco senz'altro il teatro, anche se ormai non ci vado più da tanto tempo.
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Per ciò che riguarda "Corazòn Salvaje" ammetto la mia debolezza: mi piaceva tantissimo. Però è stata EffeCi a buttar via tutte le VHS (che oltretutto erano in versione originale!); fosse stato per me non lo avrei fatto. Se dovessi smettere di guardare i film di attori morti, allora dovrei separarmi persino da "Harry Potter"!