La mia passione per i gialli della Christie appartiene alla mia adolescenza. Ricordo che, durante le vacanze estive, passavo minuti interminabili nel retrobottega di un tabacchino, tra parole crociate e riviste di gossip, intento a scegliere quale dei suoi romanzi acquistare, mentre gli altri mi mettevano fretta perché ci avviassimo alla spiaggia. Trovavo delizioso persino il profumo delle pagine. Le copertine della Mondadori poi erano davvero allettanti, con i loro disegni che riproducevano un Poirot con bombetta, molto più figo di quanto lo avesse ideato l'autrice e, sullo sfondo, dame eleganti, boccette di veleno contrassegnate da un teschio monitorio, scarpe di cadaveri la cui sagoma restava tagliata fuori dal frontespizio ed altre immagini evocative e dai morbidi colori. La passione per questo genere di letteratura è rimasta immutata nel tempo e forse anche il mio approccio ai suoi libri. Tuttavia, non riuscirò mai ad essere abbastanza concentrato per beccare tutti gli indizi che vengono disseminati lungo il percorso: in una parola, non sarò mai un Poirot, ma rimarrò sempre l'ordinario, limitato e depistato compagno d'indagini, capitano Hastings. Forse è un bene: egli rappresenta il filtro tra la mente - sicuramente fuori dal comune - di Poirot, quella sicuramente distorta del colpevole e quella molto più pigra e lasciva del comune lettore. E' comunque interessante leggere uno dei suoi gialli, pur avendone già visto la trasposizione cinematografica e conoscendone la soluzione: il procedimento è certamente privo del sapore della novità, ma non perde il fascino dell'osservazione. Sapere in anticipo l'identità dei colpevoli non sciupa affatto il piacere di osservare la loro condotta durante le indagini, le loro reazioni alla concatenazione dei fatti e ai colpi di scena, la loro ubicazione durante gli stessi. Ed è sempre un buon modo per carpire le differenze tra l'opera originale e la sua manipolazione per mano degli sceneggiatori che lavorano al cinema o alla tv. Mi è accaduto con Assassinio allo specchio che ho recentemente letto, pur conoscendone a memoria il film di Guy Hamilton con Liz Taylor, Rock Hudson (riuniti in coppia come in una rievocazione anglosassone del texano Il Gigante) Kim Novak, Tony Curtis, Angela Lansbury e Geraldine Chapline.
Mentre leggevo il romanzo, studiavo con attenzione il comportamento emotivo del colpevole, sapendo già chi fosse e ho compreso le difficoltà in cui si trovasse chi partiva svantaggiato. Stare dietro alle manovre di Agatha è talvolta veramente impresa ardua, ma non impossibile. Infatti ne Il mistero del treno azzurro sono riuscito a batterla a metà romanzo e questo mi ha rincuorato, circa l'attuale efficacia delle mie "celluline grigie", per fortuna non ancora del tutto compromesse :)
E voi, assomigliate più ad un Hastings o ad un Poirot?
E voi, assomigliate più ad un Hastings o ad un Poirot?
Poirot e Hastings
Anche per me la letteratura gialla in generale, e i libri di Agatha Christie in particolare, sono legati a molti momenti felici ed intensi della mia storia di lettrice.
RispondiEliminaPersonalmente, tra Poirot e Hastings mi identifico in una terza opzione tra i due, forse un po' più vicina a Poirot perchè mi paice indagare ed applicare la logica. Certo, la mia intelligenza non è altrettanto brillante nè rigorosa: però non mi sento nemmeno ingenuamente romantica e ottusa come Hastings, che a volte è davvero insopportabile... seppur come "Watson" di turno!
Come sempre, aderisco in pieno alla tua considerazione Ladyjack. Hastings - mi si passi il termine visto che qui nessuno mi censura - è davvero un rincoglionito e talvolta mi domando se i giallisti non abbiano maltrattato un po' troppo gli ispettori di polizia e Scotland Yard, in genere. Farsi gabbare da una nonnetta come la Marple, poi ...
RispondiEliminaP.S. Agatha rimarrà sempre nel mio cuore, vita natural durante. Un mito capace di sfornare 2 libri all'anno senza mai scadere nella prevedibilità (se si eccettua qualche schematismo). Una vera e propria fabbrica di salsicce, come la definiva lei ;)