Io proprio non capisco.
E' come se ci fosse una competizione, ci siamo?
E la casalinga con la casa più linda
riceverà Robert Redford in regalo per Natale.
Ma nessuno ci dirà mai quali sono le regole!
- Bobbie Markowe -
E' come se ci fosse una competizione, ci siamo?
E la casalinga con la casa più linda
riceverà Robert Redford in regalo per Natale.
Ma nessuno ci dirà mai quali sono le regole!
- Bobbie Markowe -
Un lontano pomeriggio di primavera, mentre visitavamo i giardini delle belle ville appena fuori città, mia madre raccontò a me e a mia sorella che la notte precedente era rimasta sveglia per seguire "La Fabbrica delle Mogli" (The Stepford Wives); un thriller che Rete 4 aveva trasmesso a tarda ora e all'interno di un ciclo intitolato "Mutazioni". Si trattava di una selezione di films molto ben congegnata, oggi soppiantata dal più generico e atipico "I Bellissimi".
Ma mentre mi facevo spazio tra gli uccelli di rovo con il rischio che fossero loro a scambiarmi per il bagno, la sua voce mi seguiva imperturbabile. Era arrivata a narrare di una donna che andava a far visita all'amica e trovava i suoi modi completamente cambiati rispetto a quelli ordinari. La mutazione, purtroppo, era già avvenuta. Bobbie - la padrona di casa - era andata in loop e, muovendosi ripetutamente come un automa continuava a dire alla sua ospite:
"Oh Joanna! Il mio nuovo vestito! Come hai potuto fare una cosa del genere? Proprio quando stavo per offrirti il caffè! Come hai potuto fare una cosa del genere? Pensavo fossimo amiche! Proprio quando stavo per ... come hai potuto fare una cosa del genere ... proprio quando stavo per offrirti il caffè! Oh Joanna ... pensavo che fossimo amiche ... amiche ... caffè ... come hai potuto far una cosa del genere? del genere? del genere? del genere? amiche ... amiche ..."
Presa dall'incontenibile paura che anche la sua migliore amica e unica complice fosse stata ormai robotizzata, Joanna l'aveva pugnalata con un coltello da cucina per capire se potesse sanguinare. Il locale, tuttavia, è destinato a rimanere lindo perchè di sangue non ne scorrerà. I suoi timori erano fondati.
Per girare questa inquietante scena, il regista Bryan Forbes dovette persino radersi il dorso di una mano e sostituirla a quella di Katharine Ross, troppo turbata all'idea di dover colpire con tale violenza la collega Paula Prentiss, alla quale era ormai affezionatissima.
Ma che diavolo stava succedendo a tutte le mogli di Stepford?
Joanna Eberhart (Katharine Ross) vi si trasferisce con il marito e i due figli, lasciando la caotica New York in cambio di una vita semplice e rurale. Ma niente di più lontanto da questo l'attende. Fra le radure di Stepford, cittadina immersa in un paesaggio bucolico e splendente, si cela una grande menzogna ad ingranaggio, che potrebbe tragicamente incepparsi da un momento a quell'altro provocando conseguenze davvero deleterie.
Essendo ancora estranea al disegno disneyano che si sta compiendo attorno a lei, la Eberhart sulle prime è morbosamente incuriosita dallo stile di vita dei suoi concittadini.
Spia perciò tra i rami degli alberi il comportamento misterioso dei dirimpettai, notando che i mariti tastano il seno proprompente delle mogli senza suscitare in loro reazioni o proteste di sorta e quasi invidia la perfezione domestica e fisica delle massaie anche se, a dire il vero, un po' lobotomizzate quando si tratta di sostenere un dialogo. Tutte appaiono sempre impeccabili, sempre devote e sempre con lo straccio in mano. Talmente maniacali nel combattere le macchie e nel far uso di detergenti da rendere brillanti e fulgidi persino i colori e la fotografia del film, che paiono sempre avvolti in un alone di lucentezza.
Ma questo spot del sapone comincerà ben presto a creparsi, quando a una delle signore più in vista della città salterà improvvisamente un microchip a causa di un tamponamento automobilistico. E' un momento di panico per il sesso forte. L'operazione smacchiatura, però, deve continuare in favore dei testi inconsapevoli. Perciò la bambola difettosa viene caricata a bordo di una finta ambulanza per essere portata in un finto ospedale, (leggasi: laboratorio). Solo che il mezzo imboccherà una strada diretta da tutt'altra parte. A Joanna - fotografa di professione, allenata a cogliere i dettagli nel proprio obiettivo - il fatto non sfugge, insieme alle successive stranezze compiute dalla stessa malfunzionante signora. Così si mette a protestare inutilmente su quanto sta notando con il marito, che ovviamente minimizza.
Costui, intanto, passa sempre più tempo fuori di casa, attorcigliato com'è nelle spire della congregazione maschile dove tutte le sere si riuniscono i mariti di Stepford e dove regna incontrastato il carisma del mellifluo "Diz".
"Perchè la chiamano Diz?"
"Perchè ho lavorato a Disneyland, per un periodo."
"No, dico sul serio."
"No, davvero."
"Non le credo!"
"E perchè?"
"Perchè lei non sembra il genere di persona
alla quale piaccia rendere felici gli altri."
"Perchè ho lavorato a Disneyland, per un periodo."
"No, dico sul serio."
"No, davvero."
"Non le credo!"
"E perchè?"
"Perchè lei non sembra il genere di persona
alla quale piaccia rendere felici gli altri."
Anche la sospettosa Joanna viene studiata e ritratta per essere presto trasformata nella prossima bambola del marito, dal canto suo ancora del tutto inconsapevole di questa folle aspirazione alla meccanizzazione muliebre. E da essa contrariato, quando alla congregazione maschile gliene faranno menzione.
E' l'apoteosi del sultanato e di un insano maschilismo che giunge sino a disumanizzare le consorti per asservirle ai piaceri dell'uomo. Ma è anche un rito sociale al quale i nuovi abitanti di Stepford difficilmente possono sottrarsi.
Dietro la tela di quella realtà saponificata si celano null'altro che i fili della corrente elettrica, le cariche a molla, così come attorno a Stepford prolificano minacciose le aziende di elettronica. E quando una donna espone in qualche angolo del proprio focolare il ritratto di se stessa bello e incorniciato, ciò è segno inconfutabile che la sua trasfigurazione si è compiuta. Solo che le donne, negli anni '70, erano ben che sveglie ed emancipate ed il processo di asservimento pertanto non poteva essere così scontato. Proprio questo provoca la suspence, in una vicenda che demonizza il progresso visto non sempre positivamente, applicato qui alla sfera più intimistica degli affetti e trasportato nel microcosmo della provincia, trasformando in inquietante ciò che di più rassicurante dovrebbe esserci: la casa, il matrimonio e le relazioni fidate.
La parte di Joanna Eberhart andò a Katharine Ross poichè Diane Keaton la rifiutò, su consiglio del suo terapista e Mia Farrow, altra opzione sollevata per la sua precedente partecipazione a Rosemary's Baby, all'epoca si trovava in Inghilterra. La parte della comprimaria, Bobbie Markowe fu di Paula Prentiss dopo che Joanna Cassidy fu licenziata a una settimana dall'inizio delle riprese. Alla macchina da presa si mise Bryan Forbes anzichè Brian De Palma - come previsto inizialmente - dal momento che le trattative con costui non andarono in porto.
Da dove credete che provengano le "Desperate Housewives" con, in testa a tutte, il personaggio della casalinga perfetta Bree Van De Kamp? E, ancor prima, quella cameriera-robot di "Io e Caterina" che faceva da serva ad un Alberto Sordi egoista e che alla fine, innamoratasi del padrone, dava letteralmente i numeri ribaltandogli la casa e accoltellandolo in una scenata di gelosia?
Ma allora Alberto Sordi era ... un copione?
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dai sparane una più grossa