sabato 25 febbraio 2023

The Breakfast Club (1985): a scuola di sabato per un debito

Sabato 24 marzo 1984. Cinque ragazzi molto diversi tra loro, anziché spassarsela come solitamente fanno il fine settimana sono costretti per punizione a recarsi a scuola e a trascorrerci l'intera giornata sotto l'occhio vigile del professore di turno. 

La Shermer High School è praticamente vuota se si fa eccezione per il bidello di turno che diventerà il ponte termico tra i cinque liceali irrequieti ed il loro insegnante, implacabile "carceriere".

A ciascuno dei puniti viene assegnato un posta a sedere in quella che più che una classe pare la sala centrale o biblioteca loft dell'istituto e vengono loro concesse otto ore per comporre un tema che metta a nudo la loro identità.

John il vandalo, Allison la svitata, Claire la bella e sofisticata, Brian l'intellettuale il cui nome anagrammato dà "Brain" (non credo sia un caso), Andrew lo sportivo privo di autonomia decisionale sono cinque colori che si incontrano per la prima volta come il bucato gettato alla rinfusa in una lavatrice il cui ciclo inizia con i titoli di apertura del film e la cui fine, dopo un intenso lavaggio e una centrifuga delle emozioni, svelerà un'armocromia inattesa. 

L'approccio iniziale tra loro è aggressivo ma via via i tratti di quella personalità che essi avrebbero dovuto fissare sul foglio protocollo diverranno il loro punto di incontro. 

La grandezza di questo racconto sta proprio nel progressivo disvelamento delle affinità tra questi personaggi che, alle prime, non potrebbero essere socialmente e caratterialmente più distanti.

L'esperimento punitivo diventa imporvvisamente una seduta psicologica di gruppo autogestita dagli stessi pazienti per l'impossibilità di individuare nel professor Vernon una guida poiché il distacco tra i boomer rappresentati dal corpo docente e dai genitori e la generazione Z non potrebbe essere più evidente e irrecuperabile. 

"Insegno da ventidue anni ed ogni anno questi ragazzi diventano più arroganti" osserva il professore.
"Balle. I ragazzi non sono cambiati, tu sei cambiato!" gli fa eco il bidello dal basso della sua istruzione.









Nel frattempo, gli splendidi anni '80 si fanno prepotenti in te che guardi e che allora eri un scolaro adolescente, con la musica insistente dei Simple Minds, con i Commodore 64 spenti perché quel giorno non c'è scuola, con le gonne lunghe e le cotonature ai capelli delle ragazze e con lo stile Yuppie dei ragazzi.

Il tuo viaggio nella nostalgia è appena iniziato e, se è vero che siamo fatti per l'ottanta per cento  dell'ultimo film che abbiamo visto, perdurerà lungo tutto il week end spingendoti a cercare altre pellicole simili e possibilmente coeve.

I protagonisti, invece, vivono la stessa esperienza de "Il Grande Freddo" o dei "Compagni di Scuola" di Carlo Verdone ma all'incontrario poiché, a differenza degli attempati compagni che si ritrovano dopo anni con i loro rimpianti e i loro fallimenti, i ragazzi del Breakfast Club sono determinati ad evitare di fallire e di somigliare agli sbagli dei loro genitori. Anche nel capolavoro di Verdone, che tanto somiglia a questo, una giovanissima Natasha Hovey alla fine dirà proprio a lui: "io un domani non voglio diventare come voi" e altresì qui il souvenir di un orecchino siglerà una storia d'amore impossibile. 

La giornata epocale li ha cambiati per sempre. I cinque si lasciano con la promessa che il lunedì successivo non sarà come gli altri perché loro stessi non sono più uguali a prima. Paradossalmente, la scuola ha funzionato meglio sui loro animi a porte chiuse che aperte, divenendo un tempio che li ha illuminati e protetti per qualche ora dall'edonismo e dalle brutture del mondo di fuori. 

Sono gli anni in cui i licei venivano cinematograficamente trasformati in perfetti set per i teenage drama o in labirintiche trappole per horror come "Nightmare" ma la Shermer High School nell'Illinois è piuttosto un luogo catartico per l'anima come lo era Tiffany per Holly Golightly che ci faceva colazione a serrande abbassate, quando si sentiva giù. Del resto, diamo a ciascuno il Breakfast che si merita. 


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