E' sempre serio.
Brusco.
Insensibile.
Intrattabile.
Antipatico.
Quasi sociopatico.
Ma è un Dio nel suo mestiere.
E come Dio può darti o restituirti la vita.
Al momento giusto. Nel posto giusto.
Doc Martin - all'anagrafe dottor Martin Ellingham - è uno stimato chirurgo che di punto in bianco decide di trasferirsi da Londra al piccolo villaggio di pescatori di Portwenn, in Cornovaglia.
L'impatto iniziale con la cittadinanza è devastante. I suoi modi burberi e spicci impressionano da subito gli abitanti locali, abituati ad essere trattati in modo ben più compiacente dal medico che c'era prima.
Dal canto suo, anche Doc Martin ha i suoi grattacapi. L'ambulatorio nel quale dovrà esercitare è una topaia, la segretaria pensa solo ad amoreggiare al telefono con un certo Greg ed i primi pazienti - sanissimi - vengono a farsi visitare solo per il pretesto di spiare il nuovo arrivato.
Però c'è anche Louisa Glasson, la maestra di scuola locale. Per lei Doc Martin sviluppa da subito un'attrazione che cerca di sopire sotto l'atteggiamento coriaceo e, a tratti, disumano del suo carattere. E poi c'è zia Joan, alla fattoria, che ha visto di lui quando era un bambino tenendolo con sé in una complicata relazione extraconiugale con un avventuriero.
Martin Ellingham non sa ancora che le sue giornate ed il suo studio si popoleranno via via di vicende e di patologie sempre più al limite dell'incredibile. Il dottore è un messia in un villaggio di dannati (o meglio malati) e incidentati che egli sa sempre come soccorrere adoperandosi nei modi più disparati. Le donne che lo incontrano e non lo conoscono, spesso lo scambiano per un maniaco quando, spinto dalla deformazione professionale, le fissa da vicino per diagnosticare qualcosa. Altre scambiano la sua intransigenza per virilità pura e gli cadono ai piedi senza farmaco che possa porre rimedio.
Ma niente scalfisce o intenerisce la dura scorza professionale di un dottore che è tale 24 ore su 24 ed il cui organo più importante - quello cardiaco! - è già tutto prenotato per una sola donna.
I suoi modi poco convenzionali finiscono sempre per mandare all'aria anche il minimo accenno di romanticismo come quando, dopo un bacio, accusa Louisa di alitosi costringendola a fare scorta di Listerine in formato famiglia o prende la sua eau de toilette per l'odore di urina dei ferormoni femminili. E così, tra un cane puzzolente che lo perseguita tutto il giorno, poliziotti e idraulici completamente inefficienti, una farmacista ninfomane che indossa perpetuamente il collare per la cervicale, una nuova segretaria affetta dal gioco d'azzardo online compulsivo e diversi rivali in amore, Martin si fa sempre più fagocitare da quel microcosmo pittoresco di personaggi imprevedibili e tutti un po' malati. Anche Martin.
Il dottor Ellingham, infatti, teme la vista del sangue ed è proprio a causa della sua emofobia che ha abdicato ai fasti della carriera in sala operatoria per rifugiarsi in provincia senza, però, considerare che la sua emofobia ha traslocato con lui e gli creerà non pochi disagi anche nel nuovo lavoro che si è ritagliato.
Questa serie britannica, una vera rivelazione/rivoluzione che con quest'anno conta ormai 8 stagioni di pochi episodi ciascuna, l'ho scoperta solo durante l'estate grazie a Rai 3 che la mandava in onda giornalmente mandando a me di traverso il pranzo dal ridere. E' stato amore a prima vista per l'irresistibile humour e per la impeccabile sceneggiatura di questa ennesima gioia televisiva regalataci dagli Inglesi dove i volti noti non mancano (tra gli altri Joseph Morgan, Eileen Atkins, Sigourney Weaver in un cameo). Martin Clunes è a dir poco stupefacente - giusto per rimanere nella farmacopea - con la sua mimica facciale e la verosimiglianza che riesce a infondere ad un personaggio complicatissimo facendotene innamorare puntata dopo puntata.
La mia medicina, ora, sarà quella di recuperarla e somministrarmela tutta. E in dosi massicce! Vero dottor Ellingham?!
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dai sparane una più grossa