mercoledì 11 agosto 2021

Downton Abbey imita Upstairs Downstairs: parenti evidenti

Ancora una volta devo fare un inchino all'eccellenza di una produzione britannica per certi versi così avanti rispetto a quella di tante altre nazioni.

Maestri nel creare "period drama", gli Inglesi si dimostrano da sempre attenti alla costruzione delle vicende e alla ricostruzione dei fatti storici.

Upstairs Downstairs (1971 - 1975) nonno e mentore di Downton Abbey, non fa eccezione, è un capolavoro e non mi stupisco che abbia avuto un successo planetario e una pioggia di riconoscimenti tra Emmys, Golden Globe e Bafta. 

Prodotto dalla "London WeekEnd Television" e servito ai britannici ogni fine settimana dalla Tv nei primi anni '70 come guilty pleasure del venerdì, lo show approdò da noi verso la metà dello stesso decennio grazie ai pochi canali che avevamo allora (Rai).

La casa al numero 165 di Eaton Place in Belgravia, nel cuore di Londra, residenza dei Bellamy, è letteralmente una bomboniera dove si mescolano come confetti personalità, timori, passioni e disincanti della civiltà dell'inizio del '900; ma il mondo a Eaton Place non è solo il té alle cinque o il country weekend con la corsa a cavallo ma anche una polveriera che esplode in drammatiche emozioni quando la storia livella la vita di tutti i personaggi e si prende la libertà di affondare il Titanic, di bombardare la città durante la Grande Guerra, di traumatizzare i personaggi reduci dalla trincea, di far crollare la borsa di Wall Street, di far innamorare persone di classi nettamente opposte e di provocare fratture sociali sempre più profonde tra suffragette, conservatori e laburisti. 

Divisa solo nominalmente tra borghesia (upstairs) e servitù (downstairs), la narrazione li amalgama lungo cinque stagioni in un meccanismo perfetto, additivo, privo di banalità e con interpretazioni spettacolari, come quella di Christopher Beeny (il valletto Edward) che, tornato dal fronte per la notte di capodanno del 1916, si prende letteralmente la puntata scambiando i festeggiamenti per cannonate e spari di fucile e toccando in modo impressionante le corde dell'anima con la sua disperazione.

E poi la straordinaria Jean Marsh (memorabile zitella in Frenzy di Alfred Hitchcock) che oltre a creare la serie insieme all'altrettanto leggendaria attrice Eileen Atkins, non paga ha anche indossato il grembiule dando vita all'insostituibile capo cameriera Rose. E Mr. Hudson, il patriottico maggiordomo dall'inflessibilità quasi robotica che versa lo sherry sugli ospiti solo se destabilizzato dalle esplosioni delle granate in strada.

Il più celeberrimo e recente Downton Abbey deve forse qualcosa a questa serie? Direi tanto, a giudicare dai tanti parallelismi tra le due serie come l'affondamento del Titanic, l'influenza spagnola (entrambe tragedie che colpiscono severamente i protagonisti di entrambe le serie), lo scoppio della Grande Guerra proprio al termine di una delle stagioni, il ruolo da crocerossina replicato poi da Lady Sybil in Downton, la somiglianza tra il personaggio di Miss Georgina e quello di Lady Rose in Downton, la presenza in entrambe le serie di due camerieri omosessuali (Alfred nell'una, Thomas nell'altra), la cuoca che tiranneggia l'aiutante e molte altre circostanze ripetibili. 

Controindicazioni nella visione di Su e giù per le scale? La fame che vi verrà quando sentirete nominare ricette e prelibatezze da impiattare ad ogni puntata. I miei viaggi in cucina sono sensibilmente aumentati. 

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