Io ve lo dico: se vi perderete questa serie in favore di telefilm che paiono trattare tematiche più attuali ve ne pentirete amaramente.
Perché gli affari di Downton Abbey, la cui ambientazione risale ai primi del '900, sono tutt'altro che fuori dal nostro tempo.
Domenica 1° gennaio, Rete 4 ha mandato in onda l'ultimo dei 7 episodi della 1a serie ed è stato un finale col botto. E' molto probabile dunque che la rete acquisterà e manderà in onda anche il pacchetto con gli 8 episodi della 2a serie, più la speciale puntata natalizia di un'ora e mezza.
Tutti episodi che ho già avuto occasione di vedere in lingua originale e che si sono rivelati straordinari, rendendo sempre più difficile staccare le chiappe dallo Yorkshire. Cosa accadrà dunque nel futuro di quella aristocratica villa che sta per essere sconquassata dal primo conflitto mondiale? Di tutto.
Prima di svelare a eventuali spettatori presenti o futuri qualche indiscrezione da sfera di cristallo, devo stendere però un tappeto orientale davanti alla bravura delle maestranze che hanno reso possibile uno spettacolo come questo ma anche rompere una pregiata tazza da tè sul pavimento a causa della prevedibilità di alcune situazioni. Perché Downton Abbey è fatto in maniera eccellente, ma talvolta ti lascia indovinare assai facilmente quello che ti attenderà dietro le porte della libreria.
Era scontato, per esempio, che il cugino Patrick - creduto morto nell'affondamento del Titanic e unico erede di Downton - tornasse all'improvviso fomentando dubbi sulla sua reale identità a causa delle ferite riportate in guerra.
Ma andiamo con ordine. E si fermi qui chi non è troppo curioso.
Dopo che Lord Robert Crawley, conte di Downton ha annunciato a tutti l'inizio della Prima Guerra Mondiale i maschietti dovranno fare la loro parte e partire, tra coraggio e codardia.
Sarà così per il cugino Matthew Crawley - destinato a diventare un eroe sul campo - e per il perfido valletto Thomas che ben presto, dopo essersi procurato una ferita, si farà rimpatriare con il grado di caporale e tornerà a Downton in una veste assai diversa.
Lady Mary, perseguitata dal timore per lo scandalo del diplomatico turco deceduto nel suo letto e sempre più cotta di Matthew, patirà una profonda angoscia sapendolo al fronte ma ancor più dura sarà, per lei, accettarne il ritorno quando lo vedrà comparire con al fianco una nuova compagna: Lavinia Swire.
La nonna di Mary, Lady Violet (Maggie Smith) giocherà un ruolo decisivo nella felicità della nipote, cercando di smascherare un grave reato nel passato di Lavinia e rivelando a Matthew ciò che Mary ancora prova per lui.
Non ci sarà pace nemmeno per Bates, il valletto col bastone, che verrà ricattato dalla ex moglie Vera, pronta a far scoppiare lo scandalo turco travolgendo la rivale Anna e Downton nel fango. Vera, infatti, sa che Anna aiutò Lady Mary e Lady Cora a trasportare il cadavere del diplomatico turco da una parte all'altra della villa la notte in cui morì e non si farà scrupolo a rendere pubblica la storia vendendola alla stampa qualora Bates non ponesse fine alla sua relazione per tornare con lei.
Lady Mary farà leva sul suo nuovo compagno, Sir Richard Carlile, editore di grido in quel di Londra, pur di evitare che i giornali prestino fede alla storia che ha macchiato la sua reputazione ma questo la legherà a filo doppio ad un uomo pronto a ricattarla pur di averla tutta per sé e di portarla via da Matthew e da Daownton.
L'idillio tra Lady Sybil e lo chauffeur disertore e rivoluzionario diventerà sempre più profondo fino a minacciare un altro scandalo.
Lady Edith sarà l'unica donna di casa a imparare a guidare e ad avere una relazione "bucolica" e imprevista.
La spigolosa cameriera O'Brien, colta da rimorsi sempre più forti per lo sgarro fatto a Lady Cora (Elizabeth McGovern) si adopererà in ogni maniera per cercare di riparare al torto, mostrandole un'abnegazione senza pari e giungendo al punto di confessarle le sue azioni più riprovevoli.
Ma una sera, le sorti dei protagonisti verranno scosse improvvisamente dall'arrivo a Downton di una micidiale influenza spagnola che varcherà silenziosamente cancelli e soglie contagiando in maniera mortale alcuni degli ospiti...
Amore e morte, guerra e guarigione, sbagli e ammende, vita e passione: le pareti di Downton sembrano contenere proprio tutto quel che si potrebbe definire il mistero dell'esistenza umana.
E, soprattutto, impagabili saranno le scene in cui Maggie Smith (in arte Lady Violet) dovrà lottare con tutta se stessa contro ogni forma di diavoleria moderna le si presenti davanti, dall'incontro col telefono - "uno strumento di tortura" - alla paura del grammofono - scambiato per un'arma con la miccia - a tacer poi della sua amabile capacità di sdrammatizzare qualsiasi circostanza con uno humor che da solo vale l'intera serie.
Sarà anche per questo che il cast è già alle prese con la 3a stagione?
Lì per lì l'epilogo dello sceneggiato in stile "coitus interruptus" mi ha un po' sconcertato; poi però mi sono consolata con ciò che ora anche tu confermi, ovvero con il fatto che esiste un seguito, in cui tutte quelle storie lasciate in sospeso troveranno il giusto sviluppo.
RispondiEliminaImmagino che il grande disastro collettivo che fu la I guerra mondiale andrà a sovrapporsi ai tenti disastri personali ed individuali che già stanno caratterizzando i personaggi (che vipere Edith e Mary!), e questa mi pare un'ottima potenzialità.
In origine avevo creduto che "Downton Abbey" fosse autoconclusivo nella quattro domeniche, ora però (a patto che non allunghino il brodo in maniera insulsa) sono più che felice di vederne ancora. Farò un tifo da stadio per la "love story" tra Anna e Bates,che sono i miei preferiti, anche se era scontato che ad un certo punto la ex moglie tornasse a rompere le scatole.
Fra le tante cose degne di nota, per ora mi è molto piaciuta l'illustrazione del divario generazionale: la vecchia generazione, scavalcata da un mondo nel quale non si riconosce più e nel quale ha perduto i punti di riferimento; la generazione di mezzo, che si limita a galleggiare; e la generazione dei giovani, alle prese con cambiamenti che a loro - al contrario di nonni e genitori - sembrano sin troppo piccoli e lenti.
In ogni caso, Maggie Smith che per un attimo medita se non sia davvero il caso di far fuori l'ambasciatore turco a Londra per tutelare il buon nome di Mary, l'ho trovata assolutamente impagabile. E il povero Lord Robert, spodestato dalla sua biblioteca a favore della cameriera impegnata nel colloquio di lavoro, potremmo almeno beatificarlo...
Tu però sei stato cattivo cattivo. Ti pare che una persona normale anche solo mediamnte interessata a "Downton Abbey" possa riuscire a fermarsi prima di leggere le rivelazioni sulla trama prossima ventura? Per fortuna che ti sei mantenuto un po' sulle generali... ma non farlo più (almeno sino alla prossima volta!).
Comunque, il ritorno di Patrick Crowley dopo il Titanic era una delle due cose che mi auguravo fossero evitate: l'altra era una relazione troppo liscia tra Mary e Matthew. Mi hanno accontentato al 50%!
Lo ammetto Lady: sono stato uno sconsiderato! Ma troppa era la voglia di condividere il mio entusiasmo per gli sviluppi, nella pia speranza di una futura messa in onda tutta italiana, che mi sono sfuggiti dalle dita.
RispondiEliminaComunque sì, ho cercato di restare sul generico e di tralasciare gli insospettabili finali.
E ti dirò: se tu pensi che Lord Robert abbia dovuto sopportare l'incalcolabile sacrificio di rinunciare solo alla sua biblioteca allora ti dovrai ricredere parecchio nella 2a stagione. Basta! Non dico altro.
Ma ti voglio rassicurare sul fatto che le stagioni non vanno oltre la decina di episodi, puntate speciali comprese, perciò è scongiurato in avvenire qualsiasi effetto alla "Beautiful" anche considerando la celerità con la quale le piccole matasse si sbrogliano.
E inoltre non ti posso tacere una fortunata coincidenza nella puntata natalizia che mi ha subito fatto pensare a te. Una delle cameriere in trasferta a "Downton Abbey" sarà interpretata da una certa Sharon Small, colei che in Inghilterra si è fatta una fama con "I Misteri di Thomas Lynley" nel ruolo di Barbara Havers, personaggio uscito - "come ben sai" - dalla penna di Elizabeth George! Ti chiedo venia ma il fatto mi ha strappato ben più di qualche simpatica risata.
P.S. Vedrai che Mary e Edith ti conquisteranno strada facendo...
Sharon Small, grande!
RispondiEliminaIn ogni caso spero sia meglio come cameriera che come Barbara Havers, dato che al personaggio di Elizabeth George l'attrice somiglia più o meno quanto somiglio io, cioè proprio per niente.
Ma del resto nemmeno Nathaniel Parker (un attore al quale sono affezionata per i suoi trascorsi shakespeariani e bronteniani) ha molto di Thomas Linley. Misteri della TV...
Se eccepiamo l'abbigliamento assai scassato di Sharon Small quando si cala nella parte della Havers, non posso che concordare con te al 100%.
RispondiEliminaQuanto a Nathaniel Parker, non potevano scegliere quanto di fisicamente più lontano dal prototipo biondo-occhi chiari di Lynley.
E' ironico se pensiamo che quella serie è intitolata proprio a lui!